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le chiese
della valpelline


la parrocchia di valpelline

Fondata nel 580, fu la prima in tutta la Valpelline; da essa nacquero successivamente quella di Doues, di Bionaz, di Ollomont e di Oyace. La chiesa in stile barocco è stata costruita nel 1722. Santo patrono: San Pantaleone (27 luglio).

Il piccolo museo che si trova a destra dell'entrata custodisce vari oggetti di arte sacra di notevole valore storico: il reliquario d'argento a forma di cofanetto risale al XV secolo, una croce lignea del XIV secolo in lamina d'argento che secondo la tradizione è stata sottratta alla città di Ginevra durante la riforma protestante, un'altra croce astile in lamina di rame del XVI, in parte argentata e in parte dorata, un turibolo in ottone argentato a base esagonale del XV secolo, una pianeta in velluto del XVII secolo, la statua reliquaria di San Rocco del XVIII ed il busto reliquario di san Pantaleone.

 

Le cappelle sono state costruite in seguito all'affermazione del cattolicesimo nella comba di Ollomont e di Bionaz: la prima nella frazione di Vaud fu costruita nel 1443, nel 1570 nella frazione di Clapey nella vallata di Ollomont,Notre-Dame-des-Neiges che si trova nella frazione di Vignettes fondata nel 1665 o 1655 da Jacques Bondaz (leggenda narra che il signor Jacques venne attaccato dai briganti e, avendo con lui una grande somma di denaro, cercò di scappare, facendo il voto di costruire una cappella dedicata alla Madonna, se fosse riuscito a salvarsi). La cappella di Saint-Roch nella frazione di Semon, fondata nel 1640 dagli abitanti a seguito della peste, con devozione e pietà e festeggiata il 16 agosto, quella di Sainte-Barbe nella frazione di Thoules, cappella che esisteva già prima del 1600 ma che a causa di un incendio dell'intero villaggio subì gravi danni e venne ricostruita nel 1663. Nel 1905 un grande masso staccatosi dalla montagna la distrusse, senza portare danni alle case sottostanti. Venne così ricostruita tra il 1912 e il 1913.

Delle otto campane originarie, presenti nel campanile, purtroppo ne è rimasta solo una. Sette campane furono fuse l'8 febbraio del 1880 per essere trasformate in cannoni, un forte presagio dell'imminente rivoluzione francese.

L'unica campana ad oggi esistente è chiamata dalla popolazione locale La Granta (la grande). Risale al 1736 e riporta la seguente iscrizione: "Chiamo la gente, riunisco il clero, rendo le feste più liete, fuggo le tempeste, piango i defunti".

Delle otto campane originarie, presenti nel campanile, purtroppo ne è rimasta solo una. Sette campane furono fuse l'8 febbraio del 1880 per essere trasformate in cannoni, un forte presagio dell'imminente rivoluzione francese.
L'unica campana ad oggi essitente è chiamata dalla pololazione locale La Granta (la grande). Risale al 1736 e riporta la seguente iscrizione in latino: "Chiamo la gente, riunisco il clero, rendo le feste più liete, fuggo le tempeste, piango i defunti".


la parrocchia di bionaz

La chiesa parrocchiale di Bionaz, dedicata a Santa Margherita, fu costruita nel 1694. Sulla facciata esterna della chiesa si possono ammirare dipinti e affreschi del pittore Ettore Mazzini (sepolto nel cimitero di Bionaz) che rappresentano la figura di Santa Margherita. All'interno della chiesa troviamo l'altare maggiore, scolpito in legno e decorato con colonne rivestite parzialmente d'oro, alcune statue in stile barocco restaurate nel 1990. Al centro troviamo una tela che raffigura l'incoronazione della Madonna, San Giuseppe, Santa Margherita, San Antonio, San Pantaleone e un Santo diacono.

L'altare laterale di sinistra rappresenta in stile barocco, la statua della Madonna con bambino del XVII secolo, circondata da quindici medaglioni raffiguranti i misteri del Rosario. Sulla parete sinistra si trovano il Fonte Battesimale, con la parte in legno dipinta dell'inizio di questo secolo e una grande pala che faceva parte del primo altare della chiesa.

 

Nella piccola vetrina-museo, all'interno della chiesa, sono raccolti alcuni oggetti di arte sacra tra cui una pianeta del secolo XVII che apparteneva alla cappella di La Lechère. Si tratta di un dono dell'Arcivescovo di Parigi Monsignor Leclerc de Juigné che, fuggito dalla sua diocesi ai tempi della rivoluzione francese, aveva attraversato il Col Collon per rifugiarsi a Bionaz.

Sempre all'interno della chiesa parrocchiale è possibile ammirare la statua di Santa Margherita scolpita dallo scultore locale Ettore Bionaz.

All'interno del territorio della Parrocchia di Bionaz è possibile visitare cinque cappelle votive. La cappella di Chentre, costruita nel 1641, di cui il patrono è "Saint-Roch", festeggiato il 16 agosto. La cappella "La Serva", ubicata in frazione Rey. Costruita nel 1710, poi ristrutturata nel 1958, è dedicata alla Madonna delle Nevi (5 agosto). La cappella di Pouillaye, la cappella di La Lechère, dedicata a "Saint-Roch" ed a Santa Barbara (16 agosto), anche questa restaurata nel 1998.

Dietro alla chiesa parrocchiale di Santa Margherita si trova ancora un antico edificio in pietra chiamato la "Batise". Questa struttura, costruita nel 1795, è stata restaurata dall'attuale proprietario, il Comune di Bionaz, grazie a un contributo ottenuto con il "Giubileo del 2000" e con fondi propri, oggi funge da moderno ostello per la gioventù.

All'interno del territorio della Parrocchia di Bionaz è possibile visitare cinque cappelle votive. La cappella di Chentre, costruita nel 1641, di cui il patrono è "Saint-Roch", festeggiato il 16 agosto. La cappella "La Serva", ubicata in frazione Rey. Costruita nel 1710, poi ristrutturata nel 1958, è dedicata alla Madonna delle Nevi (5 agosto). La cappella di Pouillaye, la cappella di La Lechère, dedicata a "Saint-Roch" ed a Santa Barbara (16 agosto), anche questa restaurata nel 1998.
Dietro alla chiesa parrocchiale di Santa Margherita si trova ancora un antico edificio in pietra chiamato la "Batise". Questa struttura, costruita nel 1795, è stata restaurata dall'attuale proprietario, il Comune di Bionaz, grazie a un contributo ottenuto con il "Giubileo del 2000" e con fondi propri, oggi funge da moderno ostello per la gioventù.


la parrocchia di oyace

Nel Comune di Oyace è presente una chiesa principale e due cappelle quella di Verdonaz e quella Chalambé. La chiesa è dedicata a San Michele, venerato due volte l’anno: l’8 maggio e il 29 settembre.

Oyace diventò parrocchia autonoma nel 1775 grazie a monsignor Pietro Francesco di Sales. Nel 1788 fu completata la chiesa, che prese il posto della cappella, risalente al 1550 circa. Nel 1617 il marchese di Romagnano, governatore del ducato di Aosta, raccontava di come gli abitanti di Oyace, impediti dall’inverno, erano costretti a collocare i defunti nella neve, per portarli soltanto in primavera alla parrocchia di Valpelline per la sepoltura. All’interno vi sono affreschi del 1914 opere del pittore Margotti. Uno di questi raffigura la moltiplicazione dei pani con il Cristo seduto a Les Iles, località di Oyace. L’altare maggiore è in stile barocco, mancano però gli angeli originali.

 

La cappella di Verdonaz, 2317 m di quota, dedicata alla Madonna delle Nevi è stata costruita nel 1942 con pietre trovate in loco, unite da calce e cemento trasportati a dorso di mulo da Oyace. Venne fatta edificare da Amato Rosset di Quart, come ringraziamento alla Madonna per le ordinazioni sacerdotali dei figli Camillo e Giulio, avvenute nel 1939 e nel 1942. Nell’agosto del 1980 gli stessi Giulio e Camillo donarono alla chiesa di Oyace la cappella e 500 metri quadrati di terreno. Nel 1992, in occasione del cinquantenario, è stata collocata nei pressi del piccolo edificio sacro una croce di ferro del peso di 7 quintali, forgiata a Saint-Pierre, sulla quale è stato posto un Cristo in rame. Ogni anno si fa la festa il 5 agosto e viene celebrata la messa in onore di Notre–Dame–des–Neiges seguita dal pranzo organizzato dalla proloco di Oyace.

La cappella di Chalambé costruita nel 1784 viene ristrutturata nel 2008. Ogni anno nel giorno di Pasquetta viene organizzata una processione con partenza dalla chiesa di San Michele e arrivo alla cappella di Chalambé dove viene celebrata una Santa Messa con asta finale. Sulle mura della cappella si può leggere un messaggio "O reine immaculée etends ta main sur la vallée" che significa "Regina Immacolata proteggi la vallata". Nelle vicinanze della cappella si può scorgere con occhio attento un'antica fontana scolpita nella roccia datata 1784.

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