La vita dei villaggi è stata scandita per tanto tempo dal ciclo della vita che comprendeva nascite, morti e, ovviamente, unioni. Il matrimonio ha assunto, nel corso della storia, un'accezione sempre diversa, ma continua a essere una componente fondamentale del tessuto sociale delle comunità dell'arco alpino.
Un tempo i promessi sposi, vestiti con i loro abiti migliori, avevano l'abitudine di recarsi in parrocchia per il fidanzamento: al futuro sposo il parroco chiedeva una o più monete d'oro come pegno, costui dopo averle benedette le donava alla sposa, chiedendole di conservarle per il resto della vita. Alla sposa veniva chiesto invece un fazzoletto bianco. I riti nei confronti dei giovani sposi sono cambiati, ma fanno sempre parte di momenti speciali per la comunità della Valpelline. Le prove a cui i giovani vengono sottoposti nel loro giorno speciale ora sono diverse: all'uscita dalla chiesa gli sposi si trovano la strada sbarrata da tronchi, carrette, rami, pietre, balle di fieno, trattori e lo sposo, aiutato dalla sposa, deve provvedere a spostare il tutto e a superare delle vere e proprie prove. Tutto questo come segno di affetto da parte della popolazione locale.
Ancora oggi, ogni villaggio ferma gli sposi per augurar loro lunga e serena vita insieme e, durante la notte prima del matrimonio, sono gli ex fidanzati a dover superare lo scherzo a cui vengono sottoposti: gli amici scaricano interi sacchi di segatura nei pressi delle loro abitazioni e lungo le vie del paese.
Nel passato il giorno della segatura coincideva, invece, con il fidanzamento ufficiale in parrocchia e, oltre alla segatura, si spargevano vari oggetti rotti ed inutilizzabili come carriole, scarpe ed attrezzi agricoli.